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Arte e cultura

Ritorno a Bolscevo

 
Ogni anno trascorriamo le vacanze a Korolёv, nei dintorni di Mosca; anni addietro un'insegna, con l'indicazione della presenza di un museo "Cvetaeva" nella città, ci aveva colpiti: cosa c'entra  - ci eravamo chiesti - la Cvetaeva con Korolёv, città cuore delle imprese spaziali sovietiche, città chiusa fino a qualche anno prima, neanche segnata sulle cartine? Ci eravamo ripromessi di seguirne le tracce, ma poi avevamo mollato. Infine, un anno ci siamo ricordati di quell'insegna e abbiamo voluto riprovare a metterci sulle orme della Cvetaeva. L'insegna non c'era più, ma con calma, senza nessuna fretta, abbiamo cominciato a chiederne notizia alla gente del luogo, fino a quando non siamo arrivati in via Bogomolova, 1/24, sede temporanea della "Casa Museo Cvetaeva".  Suoniamo e ci viene ad aprire Zoja Nikolaevna e come per incanto, quasi uno scherzo del destino, siamo risucchiati nel mondo della Cvetaeva.
Scritto da Giuseppe Iannello
Categoria: Arte e cultura
Pubblicato: 11 Settembre 2005

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Sull'origine della parola 'Slavo'

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In arabo gli Slavi intorno al X-XI sec. si chiamano Saqalibi sing. e Saqaliba(t) plur.

La s enfatica iniziale (ص) invece di s (س) semplice e la q enfatica (ڧ) invece di k (ك), più la forma quadrilittera (per il lettore che non conosce l’arabo forse sarebbe meglio qui dire quadriconsononantica), denunciano con grande probabilità che la parola è stata mutuata da un’altra lingua diversa dall’araba.

Gli arabi compravano schiavi dai mercanti ebrei (i famosi rahdaniti), persiani, etc. (ma non dai greci) i quali si approvvigionavano presso gli Slavi orientali del nord (odierna Bielorussia perlopiù) e quindi la Terra di questi Slavi fornitori divenne nota per gli Arabi come Bilad as-Saqalibat ossia Paese “degli schiavi”.

In questa espressione è difficile individuare un significato etnico poiché saqalibi non l’aveva, né indicava una persona proveniente da un luogo particolare, ma era solo di “marchio di fabbrica”, di “tipo di merce”, come noi oggi diremmo che una borsa di pelle di un qualsiasi design italiano è “italiana”. Tanto è vero che al-Idrisi il grande geografo arabo-siciliano (XII sec.) nelle sue carte indica il paese di as-Saqaliba ma senza porre confini riconoscibili.

Scritto da Aldo Marturano
Categoria: Arte e cultura
Pubblicato: 27 Aprile 2005

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