In guerra contro un paese straniero …


In guerra contro un paese straniero il re partiva.

Un gran sacco di gallette la regina gli preparò,

il vecchio mantello con gran cura gli rammendò,

tre pacchetti di sigarette e anche il sale gli fornì.



E le sue mani sul petto del re andò a posare

e gli disse, carezzandolo con sguardo raggiante:

“Suonagliele bene, altrimenti passerai per pacifista

e di far bottino di buoni panforti non dimenticare”



E il re vide che l’esercito stava in mezzo al cortile:

cinque soldati tristi, cinque allegri, e un caporale.

Disse il re: “ Non ci fa paura la stampa, né il temporale.

torneremo vittoriosi dopo aver sconfitto il nemico vile!”



Ma presto finì l’esultanza dei discorsi trionfali.

In guerra il re cambiò l’assetto delle truppe:

i soldati allegri senza indugio intendenti nominò

e i tristi, soldati li lasciò: “ Così non sarà male!”



Pensate un po’: sopravvennero poi i giorni vittoriosi.

Dei soldati tristi dalla guerra nessuno tornò.

Il caporale di dubbia morale una prigioniera sposò,

ma catturarono un gran sacco di panforti saporosi



Suonate, orchestre; echeggiate, canzoni e risate!

A mestizia effimera non ci si deve abbandonare.

Non aveva senso per i soldati tristi in vita restare

e poi non bastavano per tutti i panpepati

(Bulat Okudzava)