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Letteratura

Natale con Brodskij

 

E’ fuor di dubbio. Il Natale in Russia non ha mai avuto lo stesso peso come in Occidente. La Pasqua assurge a ruolo dominante nella tradizione e nella manifestazione di fede del popolo russo; anche in epoca sovietica, nel giorno di Pasqua, si sentiva riecheggiare, magari in sordina, indipendentemente dalla fede delle labbra che lo pronunciavano, il saluto: Христос воскрес! (Cristo e risorto!)  .
Nel campo specifico dell’arte e della cultura e stata sempre la Pasqua a trovare piu espressione diretta o indiretta nelle opere degli scrittori. Basti pensare nel campo della poesia a molti versi di Pasternak (che pure ha scritto la nota Stella di Natale). Iosif Brodkkij costituisce in questo senso una variante alla norma. Il poeta infatti era uso ogni anno scrivere dei versi dedicati al Natale.
Vi presentiamo qui di seguito due di queste composizioni: Romanza di Natale e Laguna. La prima del 1962 ha come sfondo Mosca, l’altra del 1973 Venezia. Due città che entrambe “nuotano” verso il Natale: Mosca in una “angoscia inesplicabile” e Venezia in un “mare angustiato dalla carta nel corpo”.

Scritto da Iosif Brodskij (trad. G. Buttafava)
Categoria: Letteratura
Pubblicato: 30 Dicembre 2002

Leggi tutto: Natale con Brodskij

Due liriche di Anna Achmatova

 

L'8 marzo è una giornata particolare una festa che, aldilà delle tante solite facili banalizzazioni, conserva un suo fascino: alle nostre lettrici, per l'occasione, vogliamo offrire due poesie di Anna Achmatova. Auguri!

 

Вечерние часы перед столом,

Непоправимо белая страница,

Мимоза пахнет Ниццей и теплом,

В луче луны летит большая птица.

 

И, туго косы на ночь заплетя,

Как будто завтра нужны будут косы,

В окно гляжу я, больше не грустя,

На море, на песчаные откосы.

 

Какую власть имеет человек,

Который даже нежности не просит!

Я не могу поднять усталых век,

Когда мое он имя произносит.

 

Лето 1913

Ore serali dietro al tavolino.

Una pagina senza rimedio bianca.

La mimosa odora di Nizza e di tepore,

in un raggio di luna vola un grande uccello.

 

E strette annodando le trecce per la notte,

quasi domani occorressero le trecce,

guardo dalla finestra, senza più sospirare,

il mare, le piagge sabbiose.

 

Quale potere ha l’uomo

Che non chiede nemmeno tenerezza…

Non posso alzare le stanche palpebre,

quand’egli pronunzia il mio nome.

 

Estate 1913

 

*   *   *

 

Настоящую нежность не спутаешь

Ни с чем, и она тиха.

Ты напрасно бережно кутаешь

Мне плечи и грудь в меха.

 

И напрасно слова покорные

Говоришь о первой любви.

Как я  знаю эти упорные,

Несытые взгляды твои!

 

Декабрь 1913, Царское Село

La vera tenerezza non si confonde

Con nulla. E’ silenziosa.

Invano tu avvolgi con cura

Le mie spalle e il mio petto nella pelliccia.

 

E invano parole sommesse

Dici sul primo amore.

Come conosco questi pervicaci,

cupidi sguardi tuoi!

 

1913

 

 

Scritto da Anna Achmatova
Categoria: Letteratura
Pubblicato: 08 Marzo 2002
  1. Primo Aprile
  2. L'idea di Patria nella poesia russa del 900

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