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Letteratura

La notte del 21 Giugno

Un capitolo dal romanzo inedito in Italia "Per la giusta causa" di Vasilij Grossman nella traduzione di Pietro Zveteremich.

Il romanzo "Per la giusta causa" di Vasilij Grossman rappresenta il primo atto di una dilogia che si conclude in "Vita e destino", presentato recentemente su questo sito insieme a una biografia dello scrittore. Il testo ebbe una gestazione difficile a causa degli interventi che Grossman fu costretto ad apportare, in seguito alle pressioni del regime, per evitare che la censura ne impedisse la pubblicazione. Poiché il romanzo non è ancora stato pubblicato in Italia nonostante il meritato successo di "Vita e destino", riteniamo di fare cosa gradita ai nostri lettori pubblicando un capitolo tradotto per l'antologia "Narratori russi moderni" di Bompiani (1962) dallo slavista Pietro Zveteremich , a cui Russianecho è specialmente legato.

Scritto da Vasilij Grossman (trad. P. Zveteremich)
Categoria: Letteratura
Pubblicato: 20 Maggio 2009

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La nonna d'altri

 

LA NONNA D'ALTRI

di Andrej Ghelasimov

 

Beh, per quanto riguarda il lavoro, per me va bene tutto. Mi dicono di andare e io vado. Se me lo chiedono significa che c’è bisogno. Posso farmi il turno di notte o quello diurno. È così che ci hanno educati. Il partito diceva: “È necessario” e la gioventù comunista rispondeva: “Pronti”. E come sarebbe potuto essere altrimenti? Altrimenti mi avrebbero spedito in pensione già da tempo.

E così hanno sempre bisogno di qualcuno. C’è chi non ha problemi con gli orari. Io, invece, a dire il vero, qualche problema ce l’ho. Lavorare di notte comincia a pesarmi.

Semplicemente, così andrà meglio.

Il capoturno mi dice: «Beh, come stai Ivanovna?»

E io rispondo: «Non mi lamento, Nikolaj Grigorjevič. Quando devo uscire?».

Lui sorride e mi dice: «Brava la mia lavoratrice».

Nikolaj Grigorjevič ha solo ventidue anni. Ha appena preso il diploma. Mia figlia, la più grande, di anni ne ha già trenta. Ma i soldi per andare a trovare i nipoti a Mosca non ce l’ho. Guardo le foto. A colori, sono belle, e sul retro a chiare lettere c’è scritto Kodak. Azzurre come un tatuaggio. Valerka ne aveva uno così sul braccio sinistro. E uno sulla spalla. Diceva che in flotta ce l’avevano tutti. Un’ancora intrecciata da una grossa corda. Sulla spalla, però, non aveva un’ancora. Lì aveva scritto “Lena”. Poi aveva tentato di farselo togliere, ma le cicatrici lo facevano intravedere comunque.

Scritto da Andrej Ghelasimov (trad. R. Lanzi)
Categoria: Letteratura
Pubblicato: 27 Marzo 2009

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  4. Incubo a Natale

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