La donna nei poeti simbolisti russi di seconda generazione. Lo spirito femminile nella teologia di Solv’ev.

L’inizio del XX secolo è una delle pagine più brillanti e più misteriose della cultura russa. Oggi questo periodo comunemente viene chiamato “il secolo d’argento” della letteratura, dopo “il secolo d’oro” quando regnavano Puskin, Dostoevslij, Gogol’, Turgenev, Tolstoj. Sarebbe però più esatto dare il titolo “d’argento” non a tutta la letteratura, ma solo alla poesia di inizio del secolo, la quale viveva nella ricerca costante di nuove vie di sviluppo, della simbiosi dei sentimenti, di sensazioni, di filosofia e spiritualità. La lotta accanita di quel tempo tra estremo materialismo e passionali slanci dello spirito ha fatto nascere il simbolismo, la corrente letteraria che puntava sulla poesia impressionista, idealista e che, a differenza dal simbolismo europeo, era basata su contenuti mistici.
Si distinguono due “ondate” del simbolismo russo. La seconda, entrata nella letteratura nel 1900, si basava sulla filosofia mistica-religiosa di V.S.Solov’ev (1853-1900). Solov’ev stesso, A.Blok, A.Belyj, Vjac.Ivanov vedevano la poesia come una teurgia, un atto divino, un miracolo che univa l’arte, la religione e la mistica.

Alla mente di V.Solov’ev appartiene l’idea dell’esistenza della divina Sofia, l’Anima del mondo, ipostasi dell’eterno femminino, l’unica che può riconciliare la Terra e il Cielo e salvare il Mondo sull’orlo del precipizio. Essa è la portatrice dell’amore del Mondo, divino e perfetto, che si esprime nell’insieme di amori individuali e può essere percepito  attraverso l’amore verso una donna. Solov’ev distingue due tipi d’amore: l’amore ascendente, con la quale noi amiamo un essere superiore rispetto a noi, ricevendo da lui la ricchezza spirituale che egli possiede e che noi non possiamo raggiungere con le nostre forze; e l’amore discendente con il quale noi vogliamo bene a un essere inferiore rispetto a noi, al quale noi diamo la ricchezza spirituale che abbiamo ottenuto dal nostro amore superiore. L’amore perfetto deve essere contemporaneamente ascendente e discendente. Una donna per propria natura può essere solo un oggetto dell’amore discendente. Per diventare la protagonista dell’amore ascendente ella dovrebbe trasformarsi in uno spirito femminile di un livello superiore, cioè diventare una divinità. “Gl’eletti dell’umanità non possono trovare l’oggetto del proprio amore ascendente tra le donne, sono costretti ad amare una dea”, - scrive V.Solov’ev nel suo saggio “Sofia”.

Il sistema di simboli poetici è lo strumento che permette ad un poeta di compiere questa trasformazione. Perciò l’immagine della donna nelle poesie dei simbolisti esiste su più livelli. Da un lato è sempre una donna reale, con dettagli realistici. Dall’altro lato l’immagine creata dal poeta è mistica e celestiale, portatrice di altrettanto alti e “magnifici” nomi: “Vergine”, “Alba”, “Santa”, “Lucente”, “Eterna e Nobile Sposa”. E’ lei l’oggetto dell’amore ascendente del poeta, attraverso il quale egli spera di ottenere nuove ricchezze dello spirito.

La visione della donna da parte dei simbolisti ricorda moltissimo le idee del Dolce stil nuovo, secondo il quale l’amore non deve essere cantato né in modo generico, né in modo sentimentale né sensuale, bensì inteso come “processo di affinamento interiore, come elevazione spirituale, come conquista di virtù” (M. Santoro). La donna nella poesia stilnovista tende a ridursi a uno simbolo del processo spirituale del poeta; uno simbolo che vive nell’ambiente della spiritualità cristiana prerinascimentale e che trasforma una donna concreta in Vergine Maria, madre di Dio. L’immagine femminile nei simbolisti russi invece esiste nell’ambito della filosofia spirituale di V.Solov’ev  nella quale essa assume le sembianze di Sofia, il femminile del Dio universale.


Alexandra Voitenko



Le poesie (testo russo a fronte):

Tutta avvolta di azzurro mi è apparsa oggi , di V. Solov'ev

Karma , di A. Belyi

Uno strascico spruzzato di stelle , di A. Blok

Varco la soglia degli oscuri templi , di A. Blok