La fanciulla saggia e i sette Briganti

Un contadino aveva due figli: il minore era partito per un lungo viaggio, mentre il maggiore era rimasto in casa. Sentendosi morire, decise di lasciare tutta la sua eredità al figlio più grande, confidando che questi avrebbe dato una parte anche all’altro figlio. Quando il più giovane tornò  e seppe che il padre era morto, pianse a lungo per non averlo potuto rivedere vivo; il fratello maggiore gli disse che il padre aveva lasciato tutto a lui e si tenne tutta l’eredità. E pensare che non aveva figli, mentre il minore aveva un figlio suo ed aveva adottato un’ altra figlia!

La loro vita cambiò radicalmente: il figlio maggiore, con tutta l’eredità, si mise a fare il commerciante e divenne ricco, mentre il più piccolo viveva in miseria tagliando la legna nel bosco.

Gli stessi vicini si impietosirono e gli volevano prestarono del denaro, ma lui non voleva per paura che gli affari potessero andar male e che non riuscisse a restituirlo. Un  vicino però, dicendogli che doveva  partire per un po’di tempo, riuscì a dargli del denaro dicendogli:

“Fammi il favore di conservarmi questi risparmi; anzi investili così che al mio ritorno potrai restituirmeli maggiorati di parte del tuo guadagno” e gli diede trecento rubli.

Il contadino accettò, ma poi ebbe paura che la moglie, sapendo del denaro, lo prendesse e lo spendesse, così decise di nasconderlo nella cassetta della cenere e uscì. Mentre lui era fuori per la legna, passarono da casa sua dei rigattieri, di quelli che acquistano la cenere barattandola con altre cose: quando tornò non vide più la cassetta  della cenere e chiese  alla moglie dove l’avesse nascosta.“L’ho data ai rigattieri” le rispose la donna e subito il marito cominciò a disperarsi e le raccontò tutto. “Perchè non ti sei confidato con me? – continuò la moglie – Io avrei saputo conservare per te quel denaro!”

Il giorno dopo un altro vicino gli si presentò e, con lo stesso stratagemma, lo costrinse ad accettare altri cinquecento rubli: “Me li renderai con comodo” gli disse e se ne andò. Stavolta il contadino pensò bene di nasconderli in un  posto dove mai nessuno avrebbe potuto mettere le mani e li infilò nella fodera del colbacco, poi se ne andò nel bosco per tagliare la legna e pensare a cosa fare con tutto quel denaro. Sfortunatamente per lui, passò un corvo che portò via il colbacco con tutto il denaro.Il contadino si disperò, pianse amaramente, ma che vuoi fare, si vede che era destino!

Così continuò la sua solita vita, arrangiandosi a vendere un po’ di legna per tirare aventi. I vicini che gli avevano prestato il denaro, vedendolo sempre così misero, gli dissero: “Allora non hai voluto investire i nostri soldi? Visto che non ti sono serviti, restituisciceli.” Il contadino raccontò loro come li aveva persi, ma quelli non lo credettero e lo trascinarono dal giudice. Il giudice non sapeva come regolarsi: “Il contadino è un buon uomo – pensò – non possiede nulla, e anche   se lo metto in prigione morirà solo di fame, ma non riuscirà a restituire tutto quel denaro.”  Mentre pensava sul da farsi udì dalla finestre dei ragazzi che giocavano.

Uno diceva:- Io sono il giudice e voi, contadini, sottoponetemi le vostre liti!-

Gli si avvicinò un altro ragazzino e gli disse:

- Eccellenza, io ho prestato dei soldi a questo contadino ed ora lui non me li restituisce!-- E tu, perché non restituisci il denaro che ti è stato prestato?- disse il ragazzo-giudice.- Io vorrei restituirli, ma non possiedo nulla e vivo in povertà, come posso fare ?-   disse un altro.Il ragazzo-giudice pensò un attimo, poi disse:- Ecco la soluzione: daremo al contadino una proroga di cinque anni, così potrà procurarsi il denaro e pagare il suo debito! –

Tutti i ragazzi allora cominciarono a gridare e battere le mani: “Grazie, Eccellenza, sia lodata la tua saggezza!”

Il giudice, che aveva sentito tutto, si rallegrò e disse: “Questo brav’uomo non può pagare il suo debito, ma se gli diamo un po’ di tempo per rimettersi, forse potrà restituirvi i vostri soldi con gli interessi!” I vicini furono d’accordo e gli accordarono una proroga di tre anni.

E così il contadino tornò a  spaccare la legna, e ci si mise di buzzo buono, per ripagare il suo debito! Così stava fino a tardi nel bosco; una sera riempì quasi tutto il suo carretto, ma intanto si era fatta notte ed il buio era calato: tornare a casa sarebbe stato molto pericoloso, così decise di restare   nel bosco. Per timore delle belve feroci, salì su di un albero per dormire. Durante la notte arrivarono sotto quell’albero sette briganti. “Botola, botola, apriti!” disse uno di loro e d’un tratto si aprì una botola che portava ad un sotterraneo. I briganti scesero con il loro bottino e, quando uscirono, dissero: “Botola, botola, chiuditi!” e la botola si chiuse dietro di loro.  Dopo che se ne furono andati, il contadino, che aveva visto tutto, scese dall’albero e disse: “Botola, botola, apriti!”; la botola si aprì ed egli scese nel sotterraneo, che era pieno di sacchi pieni d’oro e d’argento. Scaricò la legna, prese qualche sacco e riempì il suo carretto: “Botola, botola, chiuditi!” disse e scappò subito a casa sua.

“Moglie mia, le nostre sofferenze sono finite – disse appena entrato- Finalmente la fortuna si è ricordata di noi!” e raccontò tutto alla moglie. Quella sera fecero festa! Ma l’uomo si ricordò  del fratello e  corse da lui a proporgli di andare insieme nel bosco a prendere dell’altro oro. E così fecero: arrivarono nel bosco con due carri , aprirono la botola e cominciarono a caricare sacchi pieni di monete d’oro. Dopo averne caricati tre, il contadino pensò che potevano bastare e disse : “Fratello mio, andiamocene.” Ma il fratello ricco volle restare ancora un po’ per caricare qualche altro sacco: “Vai tu, - rispose- io mi fermo ancora un po’  per ultimare il carico!” C’era così tanto oro e gli dispiaceva andarsene soltanto con qualche sacco!Cosi’ mentre il contadino tornò a casa, nel bosco rimase il fratello ricco; ma arrivarono i briganti che lo sorpresero a caricare l’oro e subito lo presero e gli tagliarono la gola, poi lo misero di traverso sul carretto e frustarono il cavallo, che lo riportò  a casa.

Il capo dei briganti, però, si accorse che mancavano tanti sacchi e disse ai suoi: “ Qui mancano ancora molte cose, quell’uomo le deve aver prese e portate a casa sua; ora che lo avete ammazzato non possiamo sapere dove abitava. Chi di voi lo ha ucciso dovrà trovare la sua abitazione e recuperare tutto!”.E così il brigante che aveva ucciso il fratello ricco si mise in giro per tutti i paesi vicini e capitò giusto nel povero negozio della legna del fratello povero.

“Perchè sei così triste, buon uomo ?” – chiese il brigante.

“Avevo un fratello maggiore  che viveva qui vicino con sua moglie – rispose il contadino –, ma pochi giorni fa qualcuno lo ha ucciso e il suo cavallo lo ha riportato a casa con la gola tagliata!”

“Oh, che cosa terribile! – disse il brigante – E la  poverina è rimasta sola, come potrà vivere? Mostrami dove abita, che la voglio aiutare!”  Ma il contadino rispose: “Mia cognata sta nella casa qui di fronte, ma non ha bisogno di niente,   ti ringrazio del tuo buon cuore, sarò io stesso a pensare a lei”.Uscendo di casa, il brigante fece una croce col gesso sulla porta della casa del contadino e su quella della vedova del fratello maggiore: al contadino che lo vide, gridò ,mentre si allontanava: “ Buon uomo, ripasserò di qui e verrò ugualmente  a trovarti per veder se avete bisogno di qualcosa, segno la tua porta per essere sicuro di ritrovarti.”.   E corse subito dagli altri briganti a raccontare tutto, così quelli decisero di tornare nella notte per ammazzare tutti e riprendersi l’oro.

Nel frattempo il contadino torno’ a casa tutto contento e raccontò come avesse incontrato una così brava persona che si era commossa tanto alle sorti sue e del suo povero fratello, e aveva addirittura segnato la sua porta e quella della cognata per essere sicuro di ritrovarli, una volta che fosse di nuovo passato di là. A sentire queste parole, però, la figlia adottiva disse:- Ma, papà, non è che invece quest’uomo è uno dei briganti che vuole recuperare il suo oro? Forse ha segnato la nostra porta perchè vuole essere sicuro di trovarci, ma per ammazzarci!-

Il terrore si impadronì di tutti loro ed il contadino non sapeva che fare, ma la figlia ebbe un’idea: corse fuori e segno’ col gesso tutte le porte di quel quartiere: quando i briganti arrivarono, non seppero orientarsi e se ne tornarono scornati! Il capo dei briganti se la prese con quello che era andato a trovare il contadino e lo fece bastonare, ma non si volle dare per vinto; così decise di mandare di nuovo lo stesso brigante dal contadino, con un carro con sette botti: un di queste era piena d’olio, ma nelle altre si nascondevano sei briganti!

Il solito brigante si ripresentò, lasciò il suo carro con le botti nel cortile  e chiese asilo per la notte: il contadino lo ospitò, del resto non era certo che si trattasse di un brigante...La figlia adottiva, però, andò a guardare nelle botti e si accorse che solo una era piena d’olio, mentre le altre avevano bel altro contenuto.  Così tornò dentro e disse: “Papà, dobbiamo preparare un buon pranzo per il nostro ospite, vado subito in cucina a bollire l’acqua!”. Ma man mano che l’acqua bolliva, ecco che la versava nelle botti  e così uccise tutti i briganti! Dopo cena, il brigante uscì dalla casa e cercò di chiamare i compagni: fischiò, battè nelle botti, ma niente!, nessuno rispondeva. Stupito aprì una botte e ne uscì un gran vapore: allora capì quello che era accaduto e se la svignò finchè era in tempo!

La figlia svegliò i suoi e raccontò tutto: il contadino allora  disse “Mia cara ragazza, ci hai salvato la vita. Voglio perciò che tu sia la moglie legittima di mio figlio!”. Detto e fatto, in breve tempo si organizzarono le nozze e si festeggiò con un gran banchetto. Ma la ragazza, che aveva sempre timore che i briganti potessero tornare, chiedeva sempre al contadino di vendere la casa e comprarne un’altra da un’altra parte, per essere più sicuri di non essere ritrovati.

Ed infatti, di lì a poco il solito brigante decise di tornare da loro, travestito da ufficiale. Il contadino non lo riconobbe e gli offrì l’ospitalità. Ma la figlia l’aveva riconosciuto, nonostante il travestimento, e così andando a dormire, portò con sè un’ascia ben affilata. Durante la notte il brigante entrò nella camera da letto degli sposini e cercò di uccidere il ragazzo con la sciabola: ma la ragazza, che non dormiva, con l’ascia prima  gli staccò la mano destra e poi la testa.

Dopo questo episodio il contadino si accorse che la figlia adottiva era veramente molto saggia e decise di darle retta: vendette la casa e si comprò una locanda, dove visse con tutta la famiglia facendo buoni affari.

Un giorno passarono di là quei vicini che un tempo gli avevano prestato il denaro. Lo videro prospero e felice e gli chiesero indietro i loro soldi. Il contadino si rallegrò:

- “Certo che vi posso restituire i vostri soldi, anzi per ringraziarvi della vostra bontà ve ne darò il triplo!” E tutti a dire “Bene!” “Bravo!” e decisero di festeggiare.

“La tua casa ha un bel giardino – dissero- andiamo a vederlo e facciamo festa!” . e così fecero, e mentre si aggirarono nel giardino videro, coperta da delle piante una cassetta per la cenere: “Ma quella è la cassetta che mia moglie aveva venduto!” – disse il contadino,  l’aprirono e trovarono i soldi . Allora i vicini credettero che il contadino avesse detto loro sempre la verità: “Ma se il tuo cappello te lo ha rubato un corvo, forse ci ha fatto un nido – dissero -, proviamo a cercarlo!” E cominciarono a scrutare tutti gli alberi del giardino, finchè non lo trovarono: lo tirarono giù e lo trovarono pieno di soldi! Così il contadino ripagò il suo debito e visse ricco e felice.

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