Speciale Centenario



I versi di Tommaso Cannizzaro

Tommaso Cannizzaro“Probabilmente l’elogio più bello che sia stato intessuto” nei confronti dei marinai russi: così vengono definiti questi versi di Tommaso Cannizzaro in un’antologia lirica di imminente pubblicazione a cura di Felice Irrera per i tipi Intilla. Il sonetto come tutte le altre liriche della silloge sono tratte da “Grido delle coscienze”, un volume di poesie pubblicato dal poeta messinese nel 1910 e da egli dedicato “Ai morti, ai superstiti / de le città distrutte / ai colpevoli / del loro funesto abbandono / ai generosi / cui pietà profonda / spinse al pronto soccorso”.
Come si può immediatamente cogliere dalla dedica, anche Cannizzaro non tacque sulla colpevole inefficienza delle autorità italiane, alla quale contrappose lo slancio dei soccorsi che giungevano da lontano.

 

La legione russa

Eran giovani e belli e il raggio in volto
a lor della polare Orsa splendea
e si slanciâr dove l’incendio ardea
come leoni dentro il bosco folto.

E i gemebondi da le fiamme han tolto
mentre in frantumi ai loro piè cadea
la trave e il muro e un brivido correa
nel popol trepidante ivi raccolto.

Chini sulle macerie ad origliare
se dal lor fondo un rantolo salisse
di vivi da soccorrere e salvare,

stavano e i loro sforzi benedisse
pietoso il ciel – La storia secolare
il nome lor nel suo volume scrisse.

19 febbraio 1909