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VIAGGIO A BOLSCEVO (2004) |
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Nel giugno del 1939, dopo 17 anni di emigrazione, Marina Ivanovna Cvetaeva col figlio Mur partiva dalla Francia. Il marito, Sergej Jakovlevič Efron, coinvolto nell'assassinio organizzato dall'NKVD di un esule in Svizzera, era rientrato di nascosto in Unione Sovietica già nell'autunno 1937, mentre la figlia Alja era arrivata in patria ancora prima, nella primavera del 1937, piena di speranze e di illusioni. Per Marina fu una scelta sofferta, pressata com'era dall'ostilità della comunità russa a Parigi e dalla volontà del figlio di partire per l'URSS. Già un anno prima, a margine di una lettera a Sergej nei giorni della rivoluzione in cui scriveva "Se Dio compirà questo miracolo - se Vi conserverà in vita, io Vi seguirò ovunque come un cagnolino", annotava: "E infatti ora lo seguo, come un cagnolino (21 anni dopo)". Al tempo dell'arrivo di Cvetaeva, il 19 giugno 1939, Sergej Jakovlevič e la figlia vivevano nell'entroterra di Mosca, a Bolscevo, nella casa N° 4/33, oggi via Cvetaeva della città di Korolёv. Nella dacia, messa a disposizione della famiglia Efron dall'NKVD, Marina capì presto che "la nota dominante di tutto" era "l'orrore". La notte del 27 agosto vennero a prelevare Alja, all'alba del 10 ottobre fu arrestato Sergej Efron, la notte del 6 novembre furono condotti via i Klepinin, loro coinquilini. Marina restò sola a Bolscevo con Mur e non resistette più, andò via, verso una nuova tappa di una via Crucis che sarebbe terminata solo il 31 agosto 1941 a Elabuga...
La Direttrice Zoja Nikolaevna Atrochina.
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Ogni
anno trascorriamo le vacanze a Korolёv, nei dintorni di Mosca; anni
addietro un'insegna, con l'indicazione della presenza di un museo "Cvetaeva"
nella città, ci aveva colpiti: cosa c'entra -
ci eravamo chiesti - la Cvetaeva con Korolёv, città cuore delle
imprese spaziali sovietiche, città chiusa fino a qualche anno prima,
neanche segnata sulle cartine? Ci eravamo ripromessi di seguirne le
tracce, ma poi avevamo mollato. Zoja
Nikolaevna Atrochina non è solo la direttrice di quel museo, ma anche la
persona che per tanti anni ha abitato, senza saperlo, la casa che era stata
della Cvetaeva. Veniamo introdotti nella stanza che raccoglie temporaneamente
alcuni degli arredi della casa della poetessa, Zoja ci invita a sedere alla
scrivania di Marina, sulle stesse sedie che l'attorniavano ancora nel 1939 ed
inizia a raccontare ... Dal 1989 Korolёv è teatro della "Festa Cvetaeva"
che annualmente nel mese di settembre fa rivivere la sua opera nei modi più
diversi, fra i quali anche quello di un contemporaneo Congresso Internazionale,
che raccoglie studiosi e amatori da ogni dove. Quest'anno il titolo del
congresso sarà "Le strade della cultura russa (Marina Cvetaeva, la famiglia e
i dintorni)" Korolёv, agosto 2004.
Vedi anche: Ritorno a Bolscevo (2005) |
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La credenza e la scrivania. Il museo custodisce molti oggetti, suppellettili, strumenti che furono della Cvetaeva, ma anche molti libri, lettere, manoscritti, a volte inediti. |
Le valigie che accompagnarono la Cvetaeva e la figlia Ariadna nei loro ultimi tristissimi viaggi in una patria ormai divenuta ostile. La figlia di Marina e la sorella Anastasja Cvetaeva, entrambe confinate in campi di prigionia in Sibera e solo al termine del terrore staliniano riabilitate, furono le prime a impegnarsi nell'impresa di recuperare e pubblicare le opere della madre in Unione Sovietica. Per questo ne difesero l'immagine e la biografia, contribuendo ad adattarla ai canoni del poeta "patriottico e progressista". |
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La "Casa-Museo M.Cvetaeva" organizza annualmente degli Incontri sul grande poeta russo e, in collaborazione con altri Enti, cura la pubblicazione di opere talvolta anche inedite riguardanti Marina Cvetaeva: ricordiamo, fra le altre, le "Lettere" di Georgij Efron (Mur), pubblicate nel 2002 e le lettere di Marina ad Anatolij Steiger, edite nel 1994. |