Iosif Aleksandrovic Brodskij è nato a Leningrado nel 1940. Nel 1964 fu arrestato con l'accusa di parassitismo e condannato, dopo un processo che scatenò violente reazioni nell'opinione pubblica mondiale, a cinque anni di lavori forzati. Rilasciato dopo 18 mesi tornò a vivere a Leningrado. Nel 1970 fu costretto dalle autorità sovietiche a emigrare. Si stabilì in USA, dove tenne corsi in varie università e svolse un'ampia attività pubblicistica oltre che poetica.
Brodskij ha esordito pubblicando nel 1958 alcune poesie in una rivista clandestina. Venne subito riconosciuto come uno dei lirici più dotati della sua generazione. Ebbe il sostegno di Anna Achmatova che gli dedicò una delle sue raccolte (1963).
Dopo
il rilascio seguito alla prima condanna, si dedicò soprattutto alla traduzione
di poeti inglesi (Donne, Hopkins). La sua raccolta di versi Fermata nel
deserto, in cui l'introspezione con venature ironiche si unisce all'afflato
metafisico, uscì a New York nel 1970 confermando lo straordinario estro poetico
di Brodskij. Dopo l'emigrazione tenne corsi in varie università e svolse ampia
attività pubblicistica (Fuga da Bisanzio (Less than one), 1986) e
poetica (Elegie romane, 1982).
Nel 1987 fu insignito del premio Nobel per la letteratura, e nel suo discorso a
Stoccolma individuò le radici della sua opera di classico contemporaneo
in quattro poeti: Anna Achmatova, Marina
Ivanovna Cvetaeva, Robert Frost e W.H. Auden. Le motivazioni del Nobel: "for
an all-embracing authorship, imbued with clarity of thought and poetic
intensity".
Nel 1991 fu nominato poeta laureato degli Stati Uniti.
Morì nel suo appartamento di Brooklyn per un attacco di cuore il 28 gennaio
1996. Innamorato
dell'Italia, espresse il desiderio di
venire seppellito a Venezia, città di
acqua e canali come la natale Leningrado, e lì ha trovato per sempre riposo.