Sei domande sull’Impero. Intervista a Fabio Pistorino

“La caduta di un impero. La lezione di Bisanzio”. E’ il titolo di un film documentario che ha fatto molto discutere in Russia. Il suo autore, l’archimandrita Tichon Ševkunov, traccia* un breve quadro dell’Impero di Costantinopoli e soprattutto ne cerca e ne sottolinea le ragioni della fine. Qualunque russo vedendolo non può non fare accostamenti con la situazione della Russia di oggi, perché i richiami, le allusioni, anche se non esplicite, sono volute. Ševkunov legge il passato tenendo sempre d’occhio il presente: la sua Russia rischia la stessa fine se non sarà accorta e commetterà gli stessi errori di Bisanzio. Ma al di là della validità del paragone, c’è di più; soprattutto per il lettore occidentale; c’è la scoperta di Bisanzio, cioè della componente orientale della nostra storia, quasi cancellata dalla memoria collettiva che l’ha ridotta a “bizantinismo”, ad un ragionare eccessivo e futile della mente…. Ne parliamo con Fabio Pistorino, appassionato cultore della Storia dell’Impero Romano di Oriente e della sua eredità.



Millecentoventitre anni di impero, il più lungo della storia. Eppure nella nostra forma mentis, quella plasmatasi a scuola e attraverso l’informazione di massa, Bisanzio non è certo rimasta come tappa fondamentale dello svilupparsi della civiltà umana. Atene, Roma e altre invece sono lì … sempre presenti. Perché Bisanzio no?

Si potrebbe dire perché l’Occidente è nemico di Bisanzio. Ancora meglio… l’Occidente europeo nasce contro Bisanzio… Infatti, al di là delle posteriori filiazioni dall’antica Grecia o da Roma, la sua nascita effettiva risale storicamente all’VIII sec., quando i Papi di Roma, approfittando sia della precaria situazione dei domini imperiali in Italia che della controversia iconoclastica che coinvolse l’Impero Romano di Costantinopoli per oltre un secolo, allontanarono le milizie imperiali da Roma, alleandosi con i barbari Franchi. Avendo questi ultimi contribuito a sconfiggere militarmente e ad eliminare il dominio longobardo, si strutturò un’alleanza che condusse il Papato fino ad accettare alcuni usi illeciti della Chiesa Franca, quali ad esempio l’aggiunta del Filioque al Credo. Essa, però, non si limitò a questo: i Papi concepirono un disegno attraverso cui liberarsi della tutela imperiale romana; fu così che nell’800 si arrivò all’incoronazione del re barbaro franco Carlomagno quale Imperatore Romano! Un atto politico del tutto estraneo alla tradizione imperiale romana, e quindi illegittimo, anche per il semplice fatto che un Imperatore Romano c’era già! Infatti, si cercò di sanare l’illegittimità di questo atto con l’invenzione della falsa Donazione di Costantino, secondo la quale il grande Imperatore avrebbe ceduto parte dei suoi domini al Papa di Roma, dando inizio così al potere temporale dei Papi… anch’essa un’aberrazione, visto che tutti gli Imperi tradizionali del passato avevano sempre ben saputo distinguere tra potere regale e potere sacerdotale, guardandosi bene dal praticare commistioni improprie tra il temporale e lo spirituale.
Questa incoronazione di Carlomagno è l’atto fondante dell’Occidente europeo, ed in esso, in nuce, è possibile scorgere tutti gli accadimenti successivi:
- lo scisma d’Occidente del 1054, inevitabile punto d’arrivo per una Chiesa occidentale, che aveva fatto delle innovazioni nel rito e nella liturgia, così come dell’elevazione del Papa a vero e proprio monarca, i suoi punti cardine;
- la IV Crociata del 1204, che, partita ufficialmente per combattere gli “infedeli” musulmani in Terrasanta, fu in realtà dirottata sin dall’inizio contro Costantinopoli dai Veneziani, che, pur avendo in mano la maggioranza dei commerci dell’Impero già dal secolo precedente, miravano al controllo politico di Bisanzio. Ciò porto al massacro di migliaia di Cristiani Ortodossi (ci si giustificò col fatto che fossero Greci Scismatici!), alla distruzione e all’oltraggio di centinaia di chiese, alla sottrazione di tesori incalcolabili, che si dispersero per tutto l’Occidente, concentrandosi soprattutto nelle chiese, nei palazzi e nelle piazze di Venezia. Molti, e a ragione, hanno sostenuto che questa sia stata la vera fine di Bisanzio. Il colpo fu tanto duro che l’Impero, nonostante la riconquista di Costantinopoli, non riuscì più a ritrovare l’unità e, di fatto, fu da quel momento alla mercè dei Turchi Ottomani. Va inoltre sottolineato che, nonostante i tre giorni di saccheggio che seguirono alla presa della città da parte degli Ottomani nel 1453, molto più dura, devastante e senza pietà fu la distruzione del 1204, causata da occidentali Cristiani! La scomparsa di Bisanzio come entità politica autonoma favorì il disinteresse totale dell’Occidente, anche se il contributo dei dotti di Bisanzio al Rinascimento italiano fu fondamentale: si pensi ad una figura come Giorgio Gemisto Pletone, che portò in Italia la conoscenza del neoplatonismo. Ma gli stessi umanisti italiani pensarono poi di aver superato gli stessi dotti di Bisanzio, e il fossato e la distanza tra i due mondi si ampliò ulteriormente. Ma il vero colpo di grazia arrivò con l’Illuminismo: Gibbon descrisse l’Impero Romano di Costantinopoli come un’estenuata e vuota continuazione dell’antico Impero di Roma, un mondo pieno di complotti, di lusso e di decadenza, con una cultura arida e ben lontana dai fasti della grecità e della romanità antiche… Solo molto recentemente, la storiografia occidentale ha messo in discussione i pregiudizi illuministici, ma ancora oggi, quando parliamo degli abitanti dell’Impero Romano di Costantinopoli, li definiamo “Bizantini”…

Nel suo testo Tichon Ševkunov afferma che il fattore unificante dell’impero fosse l’ortodossia, che l’unica cosa che fosse richiesta ai suoi cittadini fosse la fede nell’ortodossia e ai suoi principi. Le cose stavano proprio così?

No, o almeno solo in parte stavano così. L’Ortodossia fu sempre un fattore unificante dell’Impero e base fondamentale per la sopravvivenza dello stesso. Ma altrettanto e forse ancora più importante ed essenziale è la figura dell’Imperatore. Infatti, ciò che è veramente straordinario dell’Impero Romano di Costantinopoli, è la sua stupefacente continuità storica con l’Impero dell’antica Roma. Se, con l’elevazione del Cristianesimo a religione di Stato, cessò il precedente culto reso alla divinità dell’Imperatore, è pur vero che a Costantinopoli fu sempre mantenuta la funzione sacrale della missione imperiale. L’Imperatore Romano di Costantinopoli è il Vicario di Cristo (e non il Papa di Roma!), il cui potere discende direttamente dalla Grazia di Dio, tanto che non era necessaria la sanzione da parte del Patriarca di Costantinopoli perché l’elezione dell’Imperatore fosse valida. L’Imperatore fu la sorgente del Diritto e, addirittura, a Bisanzio furono ampliate le prerogative imperiali, rispetto all’antica Roma. Naturalmente, l’Imperatore stesso era garante dell’Ortodossia, e così come gli antichi Imperatori di Roma edificavano terme, palazzi o colonne, gli Imperatori di Costantinopoli costruivano soprattutto chiese. L’Ortodossia era la religione di Stato, e quindi farne parte era una condizione essenziale per un Romano di Costantinopoli.

Si può veramente dire che i primi grossi capitali europei, ad esempio quelli di Venezia, nascano sulla base della razzia dei tesori di Costantinopoli? Che il sacco dei crociati della città nel 1204 segna un punto di svolta nella storia dell’occidente fino allora “barbaro” se messo a confronto con l’oriente bizantino?

Già prima del sacco del 1204, come ho già detto, Venezia controllava (insieme a Genova, ma in posizione nettamente preponderante) la maggior parte dei commerci dell’Impero Romano di Costantinopoli. Lasciare tutti questi spazi nel commercio ai mercanti italiani fu un atto di cecità politica da parte degli Imperatori Romani (in particolare della dinastia dei Comneni, e, più specificamente di Manuele I), che fu pagato a caro prezzo. Certo, il sacco del 1204 rappresentò un salto di qualità decisivo per Venezia, visto che, in conseguenza di esso, giunse al controllo diretto di interi territori dell’Impero Romano e accrebbe enormemente il traffico commerciale che ad essa faceva capo. Solo l’Impero Ottomano seppe porre fine a questa talassocrazia veneziana nel XVI sec.. Il barbaro e rozzo Occidente, con il sacco del 1204, portò a compimento un desiderio non dichiarato, covato da secoli, nell’invidia e nel rancore:depredare quello che era stato per secoli il loro punto di riferimento, il modello irraggiungibile, un modello che, al di sotto di un malcelato disprezzo, aveva sempre evocato per loro un’invidia senza limiti e un senso di inferiorità assai evidente…

Parlaci della Terza Roma: Mosca erede di Bisanzio. Perché? Oggi questa investitura può essere ancora valida? E se sì, non è un guardare alla realtà con schemi che ormai appartengono al passato?

La profezia del monaco Filotej alla fine si è rivelata esatta. Infatti, pur non essendoci una reale continuità giuridica tra gli imperi di Mosca e Costantinopoli ( come invece vi fu tra Roma e Costantinopoli, Prima e Seconda Roma), nella sostanza, storicamente, questa continuità c’è tutta. Mosca prese da Costantinopoli la struttura stessa dello Stato, come testimonia la figura stessa dello Zar, vero erede del Basileus costantinopolitano, e del patriarca di Mosca, che divenne la figura di riferimento del mondo cristiano ortodosso, come d’altronde la stessa Russia, in quanto paese. Certo, delle differenze ci furono, anche in relazione al carattere del popolo russo. Dal punto di vista spirituale, l’Ortodossia conobbe uno slancio mistico straordinario in terra russa; basti pensare alle straordinarie figure di starcy, o al tipo di spiritualità che è possibile rinvenire per esempio nei “Racconti di un pellegrino russo”. La sostanza della continuità storica con Bisanzio è divenuta sin da subito anche forma. L’anima russa, pur slava di origine e pur fortemente influenzata dal retaggio del grande impero mongolo, è profondamente e intensamente bizantina. La Russia è la vera erede di Bisanzio, anche se non l’unica, visto che anche i Turchi Ottomani possono vantare in parte questa eredità, e non solo per diritto di conquista. Ma sostanzialmente è a Mosca che visse e prosperò lo spirito di Bisanzio e, ad esso, per 2 secoli (fino al cosiddetto “Scisma dei Vecchi Credenti”) la Russia fu fedele. Fu con Pietro I, che le influenze occidentali poterono diffondersi estesamente in Russia; da quel momento incominciò forse un’altra storia, il cui punto d’arrivo (inevitabile?) fu la rivoluzione del 1917. Nessuno ha saputo spiegare meglio l’anima russa così come l’evoluzione della sua storia di Kostantin Leontev, scrittore di fine ‘800 e fondatore del movimento euroasiatista. Fu il propugnatore di un’alleanza tra Imperi tradizionali (Russia e Turchia Ottomana), avversò i nazionalismi balcanici allora imperanti (anche quelli dei popoli ortodossi) e auspicò la ripresa integrale della tradizione bizantina. E’ interessante notare che nella Russia contemporanea siano stati ripresi questi temi e soprattutto questo autore… E’ importante che in Russia non ci siano approcci superficiali su questi temi; in epoca di globalizzazione occidentale, è fondamentale il permanere di differenze e specificità di singoli paesi. Nel caso della Russia, poi, diventa un elemento fondamentale, in quanto questo paese ha sempre sentito nella sua storia, e lo sente ancora oggi, di dover svolgere una missione imperiale...

Perché l’ideologia imperiale oggi dovrebbe essere di una qualche attrattiva per l’uomo moderno? L’impero non si fonda sulla sottomissione e non nega l’autodeterminazione dei singoli e dei popoli? E poi, Se la Russia è stata ed è un impero, cosa l’ha differenziata da altri imperi: non so … quello inglese, quello austro-ungarico e oggi molto parlano di quello americano statunitense...

Per l’uomo moderno l’ideologia imperiale non ha alcuna attrattiva… per l’uomo di oggi, però, che ha scoperto e ben valutato le sempre più evidenti menzogne, menzogne e falsità della modernità, può essere di grande interesse… Pensiamo all’impero dell’antica Roma, al Prima Roma, come modello ad una adeguata concezione di Impero. La sua grandezza fu senz’altro ottenuta nel tempo con svariate guerre e conquiste militari. Ma ciò che caratterizzò la Roma antica in particolare (ma, più in generale e in misure differenti, anche gli altri Imperi Tradizionali della Storia) fu ciò che accadeva dopo: Roma accoglieva nella compagine imperiale gli sconfitti e i loro dei, allo stesso tempo arricchendo se stessa e consentendo ad ogni popolo di conservare i propri culti, le proprie tradizioni ed usanze… in breve, la sua anima. Sostanzialmente era un vero e proprio atteggiamento devozionale, caratterizzato da quella pietas dell’uomo antico, straordinario retaggio e segno di una comprensione del mondo veramente superiore. Questo atteggiamento dimostra come una dimensione autenticamente imperiale inglobi, e non escluda, sia aperta e non ostile. Quanto diverso rispetto alla globalizzazione attuale del cosiddetto “Impero Americano” (in realtà nulla di più che un dominio economico-“culturale”, basato sulla propaganda), che, del tutto privo di pietas, non comprende nulla al di fuori di se stesso, sa solo imporre, mai propone, e subdolamente, con i mass-media, impone modelli sociali e comportamenti estranei alle altre culture. Anche Bisanzio e poi Mosca, seppure in maniera diversa, seguirono la via dell’antica Roma. Oggi, a Mosca, si riparla ancora della Terza Roma, vale a dire, di ciò che ha qualificato la Russia come impero autentico e tradizionale. Lo Stato Russo, infatti, pur con la netta dominanza numerica dei Russi, ha sempre avuto al suo interno un gran numero di popoli e di religioni diverse; a tutt’oggi, lo Stato Russo riconosce, seguendo in ciò la tradizione imperiale, il Cristianesimo Ortodosso, l’Islam, il Buddismo e l’Ebraismo quali religioni ufficiali. Certo il paese ha sempre dovuto affrontare i suoi demoni, che sono il nazionalismo russo e il panslavismo (esatte negazioni della tradizione imperiale), ma la Russia dimostra ancora oggi di essere il paese al mondo in cui è più coltivata la memoria e la nostalgia di un Impero e di una tradizione imperiale. Certo, altra cosa è chiedersi se sia possibile oggi parlare di Impero Russo… ma questa è una scelta che spetta alle elite politiche russe e, soprattutto, al popolo russo… Personalmente, come Leontev nell’800, penso che Mosca sia l’erede diretta di Bisanzio, e che, se la Russia vuole seguire la sua anima, non le resti che seguire quell’unica via… Quanto all’occidente, certamente non si può parlare di autentica tradizione imperiale né nel caso statunitense né nel caso dell’Impero Britannico, che lo ha preceduto. Entrambi sono e sono stati meramente un’ampia base per lo sfruttamento economico di altri popoli e nazioni, la cui storia e cultura sono stati stravolti e distrutti per sempre dall’incontro con queste dominazioni. La globalizzazione economica che ne è stata la conseguenza fa pensare infatti più a un virus che distrugge tutto quello che incontra e lo omologa ai modelli dominanti… fino ad arrivare a quel pensiero unico dominante nel mondo contemporaneo, che ben conosciamo…

L'Archimandrita TichonLa Prima Roma, la Roma degli Antichi, lasciò ben altra eredità…

L'archimandrita Tichon SevkunovŠevkunov sul finire del suo documentario afferma: “L’odio vendicativo dell’Occidente verso Bisanzio e i suoi discendenti, incomprensibile anche a loro stessi, continua ancora oggi quasi fosse un paradossale carattere genetico. Senza comprendere questo fatto – strano ma indubbio – rischiamo di non comprendere molte cose non solo della storia passata, ma anche della storia del XX e del XXI secolo”. Puoi commentarci queste parole, in particolare quel ‘”l’odio vendicativo dell’occidente” e quali sono quelle cose che non riusciremmo a comprendere anche della storia a noi più vicina?
Nei rapporti tra Russia e Occidente si ripete quasi in modo identico ciò che già accadde tra Bisanzio e occidente soprattutto tra XI e XII sec. (ma anche nei due secoli seguenti). Si ha il tentativo costante, da parte occidentale, di indebolire politicamente ed economicamente la controparte; ma anche culturalmente, con la promozione di una propaganda ostile che portò a definire greci scismatici i Romani d’Oriente, arretrati e vittime dell’autocraczia i russi dell’epoca zarista. Il 1204 e tutto quello che seguì potrebbe essere comparato a quello che l’occidente ha tentato di fare negli anni ’90 contro la Russia: dare un colpo definitivo e finale all’ex impero sovietico, frantumando la Russia in una serie di grandi e piccole repubbliche, magari rivali tra di loro… la Russia, però, a differenza di Bisanzio, con Putin ha saputo riprendersi, restaurando il suo orgoglio e la sua dignità storica. Ma l’ostilità continua… vista la martellante propaganda anti-russa dei mass-media occidentali. E’ qualcosa di profondo, che abita la mente occidentale da tempo antico e che riemerge continuamente nel tempo, a ricordare quello sguardo invidioso e pieno di rancore dei rozzi occidentali, quando osservavano con stupore la grande, meravigliosa, cosmopolita, imperiale città di Costantinopoli…

Giuseppe Iannello


* Il testo del film tradotto in italiano è stato pubblicato da “limes” n. 3/ 2008

Link utili:
http://vizantia.info/docs/1.htm : testo in russo con commento scientifico.
http://vizantia.info/docs/page299_0.htm : :il film in quattro lingue.