Mosca. A margine dell'apertura del più grande centro di oncologia pediatrica d'Europa

Quando abbiamo visto il servizio sui canali delle televisioni russe, il pensiero è andato spontaneamente all'associazione “Aiutateci a salvare i bambini”. Non avevamo colto dove era situato il nuovo modernissimo “Centro clinico e di ricerca di ematologia, oncologia ed immunologia pediatrico”, ma avevamo compreso che l'obiettivo primario erano quegli stessi bambini, afflitti da malattie terribili e spesso incurabili.

Non avremmo mai immaginato che quel gioiello della medicina e della ricerca si trovasse ad un passo dalla clinica RDKB di Mosca e che da quella traesse origine come costola di una nuova creatura.

La nuova struttura si presenta come la più grande d'Europa, quattrocento posti letto (solo per avere un'idea delle dimensioni, strutture analoghe in Italia hanno in media 50 posti) e soprattutto tra le più avanzate del continente. I tedeschi in tal senso hanno avuto ed avranno un ruolo di primo piano, come d'altronde sta succedendo in altri settori scientifici in Russia: loro offrono tecnologia e competenze e in compenso fanno ricerca con i soldi della Federazione.

L'idea del nuovo centro nasce nel 2005 quando Putin accetta l'invito di un bambino ricoverato nella clinica RDKB, mangia i blinì con lui e si rende conto delle enormi esigenze di assistenza e cura che Dima Rogacev, questo il nome del ragazzo, e tanti come lui hanno. Fa una promessa, "costruiremo un nuovo grande centro". Ma si sa le promesse... Ed invece quella promessa prende corpo nel giro di breve tempo. Non si tratta solo di coerenza politica, c'è di mezzo qualcos'altro, c'è di mezzo l'orgoglio patriottico, l'orgoglio di una nazione immensa: questo è quello che cogliamo dalle parole di Ennio Bordato, presidente di “Aiutateci a Salvare i Bambini”.

La Clinica RDKB, ospedale madre del nuovo centro

A Bordato ci eravamo rivolti telefonicamente, dopo che questi dalla pagina facebook dell'associazione, nel dare notizia del nuovo centro aveva scritto “che era anche un po' merito loro se il governo russo aveva deciso di finanziare nel 2007 con oltre 80 milioni di dollari il nuovo centro”. Incuriositi, gli abbiamo chiesto di saperne qualcosa di più. Bordato chiarisce subito: nessuna influenza diretta, ma qualcosa di diverso e forse più sostanziale. Loro operano dal 2000 nella clinica RDKB (il più grande ospedale per l'infanzia della Russia), sostenendo le famiglie dei malati e l'ospedale stesso in stretta sinergia col gruppo di volontariato “Padre Aleksandr Men'”; concreti e fattivi i risultati raggiunti, letteralmente salvati decine e decine di bambini ed attuato il rinnovo di alcuni reparti, e non ultimo la nascita di una foresteria pediatrica, la prima di tutta la Federazione. “Gli aiuti che sono giunti in questi anni dall'estero - spiega Bordato - hanno come toccato le corde dell'amor proprio, quello giusto, innescando un processo di positiva reazione nazionale”.

La nuova struttura sarà in grado di effettuare più di 300 operazioni di trapianto di midollo osseo l'anno, raddoppiando da sola quelle che si svolgono nel corso di dodici mesi in tutta la Russia. Il paese avrà una sua banca autonoma del midollo osseo, evitando così i costossimi passaggi della ricerca all'estero dell'organo compatibile. I medici russi inoltre avranno all'interno dei confini del paese un luogo dove specializzarsi e dove arriveranno con lo stesso fine anche da altre nazioni.

“E' probabile che presto a Mosca, aggiunge Bordato, non ci sarà più bisogno di noi ed infatti stiamo prendendo in considerazione lo sviluppo di altri progetti nella “provincia” a migliaia di chilometri dalla capitale”. Ci sembra di intravedere nelle sue parole una precisa visione del volontariato (decisamente diversa dal modello che va per la maggiore, quello di assalto per intenderci, dello spettacolo, delle giganteschee raccolte fondi), una visione “tradizionale” che non vuole essere un surrogato o sostituirsi allo stato, ma in primis attirare l'attenzione della collettivitàà sulle sacche di sofferenza e indigenza, per poi sparire dietro le quinte e continuare a fare il volontario...

Il modernissimo centro di ematologia pediatrica
appena inaugurato

Il nuovo centro prenderà il nome di Dima Rogacev, il ragazzo che l'aveva sognato e che oggi non c'è più, stroncato dalla leucemia. La speranza di Dima è stata materializzata in realtà dalle istituzioni, “Aiutateci a salvare i bambini” ha lavorato e continuerà a lavorare per tenere accesa la speranza. Forse non è un caso che molti dei medici del nuovo centro siano stati sostenuti negli anni scorsi dall'associazione e che la Fondazione “Podarì Žizn'” (“Regala la vita”), colosso ente di beneficenza sostenitore della nuovo centro, ringraziata pubblicamente da Putin, sia nata da un'ex appartenente del più tradizionale gruppo di volontariato “Aleksandr Men'”. Il bene che si vede e quello che non si vede, verrebbe da dire, non si escludono.

Giuseppe Iannello

 

Alcuni servizi delle tv russe sull'apertura del centro:

http://www.1tv.ru/news/health/177761

http://www.vesti.ru/doc.html?id=461620

http://www.tvc.ru/AllNews.aspx?id=21fdb0af-65f5-4b3b-a749-fdbe0a6c4388&rubid=E6A849C2-6F1F-483D-A0DC-AD2027A794FA

 

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