Il messaggio mai letto sulla guerra nell'ex Iugoslavia
In un recente incontro tenutosi a Messina con Pierre Tchkhotine, promotore del progetto “Santa Anastasia”, ci ha colpito, fra il resto, il fatto che la dichiarazione del Patriarca Alessio Secondo a proposito della guerra nell'ex Iugoslavia, che doveva essere letta durante l'incontro sulla stazione orbitale MIR tra gli astronauti americani e russi per sottolineare e spiegare la presenza a bordo delle due icone della santa, fu messa da parte per opportunismo politico dall'allora governo russo che non volle esporsi al giudizio straniero. La dichiarazione è molto forte, stringente ed ancora attuale nella sua sostanza. La pubblichiamo così come appare nel volume curato dallo stesso Tchakhotine:
Dichiarazione rilasciata il 10 novembre 1995 a proposito del conflitto in ex-Jugoslavia.
“La Grande Martire Santa Anastasia ha sofferto per Cristo nel IV secolo nei luoghi ora conosciuti come i territori dell’ex-Jugoslavia. Con questa terra, purtroppo, è legato il nostro dolore per quella guerra fratricida che attualmente sconvolge i popoli jugoslavi, i quali ebbero una storia di difficili rapporti inter-etnici, ma che fino a poco tempo fa convivevano in pace. Proprio per questo i cristiani a Santa Anastasia rivolgono ora le loro preghiere perché si fermi il conflitto, affinché le popolazioni serbe, croate e i musulmani di Bosnia orientino i loro passi sulla “via della pace” (Lc 1.79), affinché le vittime, che oggi piangiamo, non si moltiplichino, e che questi tre popoli riacquistino nuovamente la volontà di comprendersi per il bene comune.
La preghiera che oggi rivolgiamo alla Santa Martire Anastasia ha un significato particolarmente importante, se si ricorda che il luogo delle sue sofferenze si trova vicino alla Slavonia Orientale, uno dei territori contesi, che potrebbe diventare un nuovo focolaio di scontri. Con soddisfazione, tuttavia, si possono oggi avvertire segnali di successo nel processo negoziale, al quale hanno contribuito vari paesi, tra cui anche la Russia. Nasce, quindi, una reale possibilità di giungere ad una soluzione pacifica del problema bosniaco.
Pregando perché i negoziati abbiano un esito favorevole, con tutto il cuore auspico che sia raggiunta una pace veramente giusta, nella quale vengano tenuti in conto i legittimi interessi e le aspirazioni di tutti i popoli che vivono sui territori dell’ex-Jugoslavia. E necessario altresì che i governi dei paesi di tutto il mondo si rivolgano senza pregiudizio a tutte le parti in causa nel conflitto, per il quale nessuna di esse non può a priori essere interamente incolpata della tragedia che sconvolge adesso i Balcani.
Le icone di Santa Anastasia, create da due iconografi di Uglich nelle tradizioni dell’arte cristiana occidentale ed orientale, e mandate nel Cosmo rappresentano il simbolo della preghiera dei figli della Chiesa Ortodossa d’Oriente e delle Chiese dell’Occidente perché possa stabilirsi la pace nei Balcani. Credo che la presenza nello spazio di queste icone riscaldi l’anima non solo dei cosmonauti.
Ad ogni rivoluzione attorno alla Terra della stazione Mir, il cui nome simbolico significa Pace, 16 volte al giorno milioni di cristiani e, particolarmente, quelli appartenenti alle religioni ortodossa e cattolica, possano rivolgere lo sguardo verso quella particella della nostra comune casa terrestre, spedita nel Cosmo e illuminata oggi dalla presenza al suo bordo delle immagini di Santa Anastasia, e pensare al Precetto della Pace. Ciò è particolarmente importante in quanto le persone coinvolte nel conflitto appartengono alle confessioni Ortodossa e Cattolica. Tra di loro vi è anche gente di Fede musulmana e, perciò, esprimo l’augurio che i seguaci di questa grande religione si associno alla nostra preghiera perché si stabilisca la pace.
La guerra in ex-Jugoslavia non è un conflitto di natura religiosa: ne sono profondamente convinti anche le guide spirituali delle stesse popolazioni balcaniche, come pure lo sono la maggior parte delle personalità religiose del mondo. Che la fede non divida più gli uomini, che serva sempre non all’inimicizia, bensì alla pace, all’amore e alla concordia. Per questo dobbiamo adoperarci e costruire dei ponti di fiducia e di fratellanza tra i popoli, i quali attualmente sono separati dalla guerra. Per questo dobbiamo pregare. Rivolgendo senza sosta alla Martire Santa Anastasia la preghiera per la pace nei Balcani, invito tutti i cristiani di Fede ortodossa e delle altre confessioni ad associare le loro preghiere per questo scopo”.
+ Alessio Secondo
Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie