Quando ho deciso di intraprendere questo viaggio sapevo delle difficoltà che avrei incontrato: logistiche, di lingua, di mentalità, climatiche e altro.
Ma in un momento particolare della mia vita sapevo che solo questo tipo di avventura con questi presupposti avrebbe saputo darmi le soddisfazioni che volevo e che cercavo.
Così, con coraggio e anche un pizzico di incoscienza, ho deciso di intraprendere questo viaggio fantastico che mi avrebbe portato dopo due giorni nella città dell'Orso, la città fondata dal principe Yaroslav, l'antica capitale della Russia e una delle più importanti città dell'Anello d'Oro.
L'avventura comincia all'alba del 14 marzo 2009, con grandi motivazioni e nessun tipo di incertezza, perché così deve essere se si vuole viaggiare in Russia, soprattutto se lo si fa da soli come l'ho fatto io questa volta, con poca organizzazione e molta improvvisazione.
Dopo la partenza da Venezia con una temperatura mite arrivo a Mosca Sheremetyevo2 verso l'imbrunire e con una temperatura di 10 gradi sotto lo zero, l'impatto è positivo e subito mi accingo ai controlli di rito e alle formalità del caso. In questo caso devo dire che la cosa spiacevole è - come sempre accade - la grande coda di gente che si forma al controllo passaporti perché ci sono pochi sportelli in rapporto al gran numero di aerei che arrivano costantemente sulla capitale: purtroppo ci si deve adeguare ed è inutile protestare, quindi bisogna aspettare pazientemente il proprio turno.Il controllo dura circa 45 minuti e poi via verso l'Hotel Cosmos per la prima notte sul suolo russo: curiosamente riparto proprio da dove avevo terminato il mio primo viaggio 2 anni fa.
Il giorno successivo riparto presto dall'albergo per portarmi alla stazione Yaroslavski che si trova nella famosa Komsomolskaja Ploscad, la piazza in cui si trovano 3 grandi stazioni ferroviarie di Mosca (Leningradski, Kazanski e Yaroslavski), e prendo il treno che arriva a Yaroslavl' dopo un viaggio di quasi 4 ore: il treno è molto comodo e il vagone ha 4 monitor che trasmettono film russi in DVD, poi spesso passano signore che distribuiscono cibo, bibite calde, giornali e gelati.
Il viaggio scorre lento ma tranquillo e ho l'occasione per osservare la campagna russa, con infiniti piccoli villaggi immersi nella neve che rompono la monotonia di boschi e distese di piccoli fiumi.
Sono costituiti soprattutto di casette ad un solo piano, quasi tutte in legno e colorate dei colori più vari: certamente immagino che la vita debba essere molto dura in questi posti, soprattutto durante l'inverno russo che è terribilmente lungo e freddo.
Purtroppo conosco solo poche parole di russo e questo è penalizzante, ma lo sapevo e non me ne faccio un cruccio, ma comunque vedo che nemmeno tra di loro parlano molto.
Arrivo a Yaroslavl' verso mezzogiorno e subito trovo un taxista molto simpatico, ex spetnaz dell'Armata Rossa in Germania (Dresda e Berlino), mi porta subito in albergo e ci si mette d'accordo per l'ultimo giorno nella città.
L'albergo è il Yubilejnaja, sulla riva destra del fiume Kotorosl, completamente ghiacciato e pieno di neve. Lo spettacolo che vedo dalla camera e meraviglioso, un paesaggio completamente dominato dall'elemento bianco, con il ponte sul fiume Kotorosl che congiunge le due anime della città: da una parte, sulla riva destra, il nucleo antico della città con il centro storico e tutti i monumenti più importanti, dall'altra parte il nuovo nucleo della città con i quartieri residenziali e le nuove unità abitative.
Immediatamente faccio una passeggiata lungo l'argine del fiume e trovo 3 cavalli che costeggiano anch'essi il fiume, un'infinità di persone al centro del fiume che pescano all'eschimese, cioè facendo un buco sul ghiaccio con un curioso arnese a forma di trivella: si vedono anche parecchie persone che fanno sci di fondo sul letto del fiume.
Lo spettacolo è di quelli da cartolina ma è entusiasmante e allo stesso tempo bellissimo essere testimone di un simile prodigio della natura sull'uomo.
Nei giorni successivi visito la città e subito ci si accorge dell'importanza che possa aver avuto in quasi 1000 anni di storia, ci sono chiese e monumenti in continuazione, a me è piaciuto molto il monumento di Yaroslav il saggio che tiene in mano una costruzione, che si trova appena fuori al Monastero della Trasfigurazione.Domina completamente la grande piazza ed è la testimonianza del fondatore della città, colui che la leggenda racconta essere stato in grado di uccidere un orso a mani nude.
Durante il periodo sovietico le chiese sono state distrutte e dalle 110 originarie si è passati alle attuali 56, una nuova è in costruzione adesso e sarà pronta il prossimo anno per il millesimo anniversario di fondazione della città.
Certamente nel 2010 Yaroslavl' sarà vestita a festa per l'occasione e sarà stupendo poterla visitare per il viaggiatore. Davanti ad una chiesa nel grande parco che costeggia il Volga c'è una statua in bronzo che raffigura la Santa Famiglia: è l'unica statua di questo tipo su tutto il territorio della Russia, perché usualmente la Santa Famiglia e i soggetti religiosi sono rappresentati solamente su icone e quadri.
Mi rimarrà impressa poi la grandezza del Monastero della Trasfigurazione, dove però adesso non ci sono più i monaci, con le sue mura poderose e i suoi edifici imponenti!
All'interno c'è l'orso che è il simbolo di Yaroslavl, è dentro ad una gabbia ma era ancora in letargo così non è stato possibile vederlo!
Ho avuto la possibilità di visitare la città e devo dire che è molto carina, costruita sulla falsariga di tutte le grandi città russe: con grandi viali che si aprono quasi all'infinito da tanto sono lunghi, poi con il suo grande parco e gli spazi immensi.
Anche il mercato è il solito grande mercato tipico delle città russe, dove si può trovare qualsiasi articolo si desideri, è una delle caratteristiche dei centri russi a cui noi certamente non siamo abituati.
Yaroslavl' è una importante sede universitaria e sede di università di altre grandi città, quindi la sua popolazione comprende tantissimi studenti.
Il tempo è sempre stato freddo e le precipitazioni nevose abbondanti, ma il paesaggio davvero era bellissimo.Vorrei ora riferire la mia impressione riguardo al popolo russo, dopo aver trascorso una intera settimana tra di loro.
Secondo me i russi sono un popolo un pò riservato e restìo ad accettare tante cose che vengono da oltre confine, così pure come le persone di altri paesi.
All'apparenza quindi risultano un pò distaccati, ma credo sia una sorta di difesa appunto, ma quando li conosci un pò di più si lasciano andare anche loro e si vede la loro personalità e la loro mentalità, che è molto simile alla nostra.
Questo atteggiamento credo sia frutto di vecchi retaggi culturali e di una mentalità sovietica ancora molto radicata sul territorio, specialmente nelle città più piccole o comunque fuori dai tradizionali percorsi turistici.
Cercavo alcune risposte da questo viaggio e credo di averle trovate a Yaroslavl', quindi mi posso considerare soddisfatto del risultato finale: certo non si può pretendere di cambiare la loro mentalità così come non è possibile per loro cambiare la nostra, ma credo che sia un segno di civiltà e di integrazione che loro accettino in un certo modo i turisti e la gente che va a lavorare nel loro paese.
C'è sicuramente tanto ancora da fare però i segnali di cambiamento cominciano piano piano a vedersi, anche se un certo distacco e diffidenza iniziale ci sarà sempre: ma forse questa è una delle ragioni principali per la quale mi piace questo paese.
La Russia in definitiva non è un paese facile e non è per le mezze misure, cioè o lo ami o lo odi, e per me che ho scelto di amarlo, poterlo visitare quando il tempo e le circostanze lo permettono è sempre motivo di orgoglio e di grande entusiasmo personale.
Arrivederci a presto con altre testimonianze dalla Grande Madre Russia.
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