Mosca,1964: Serghej
Tchakhotine in laboratorio con l'apparecchio
di sua invenzione.

 

La straordinaria avventura umana e scientifica di Sergej Tchakhotine*

Sconosciuto ai libri di storia. Mai nominato nella stampa di divulgazione tra i numerosi scienziati che soggiornarono ed operarono a Messina, soprattutto prima del terremoto del 1908. Eppure nella scienza e nella politica fu una figura geniale e quanto mai attiva ed intricante. Per almeno 50 anni Sergej Stepanovic Tchakhotine (Istanbul 1983 – Mosca 1973) è stato un protagonista ed un interprete d’eccezione del suo tempo.

E’ stato un dattiloscritto inedito di quaranta cartelle a farcelo conoscere. Arrivatoci per uno strano caso del destino o meglio per uno di quei quotidiani miracoli di Internet.

Il testo infatti è arrivato a Messina grazie ad un sito di cultura russa, www.russianecho.net, ideato e messo su da un manipolo di cittadini dello Stretto appassionati della Russia. E si sa, che quando si arriva in rete, le distanze si annullano e gli interessi si condividono e si moltiplicano. Succede così che qualcuno nel nord Italia parli del sito “russo-messinese” nientemeno che ad un figlio dello scienziato e questi improvvisamente si ricordi di conservare tra le carte di suo padre un racconto da “brivido”, ascoltato tante volte da ragazzo direttamente dalla bocca del genitore: è la descrizione diretta, dal vivo, della catastrofe del 1908 e delle dodici ore da lui trascorse sotto le macerie. Ce lo invia, chissà possa interessarci … Oggi questo inedito, tradotto in italiano, sta per vedere la luce proprio a Messina grazie all’editore Intilla.

Da messinesi siamo stati abituati a pensare ai russi come a coloro che per prima giunsero a soccorrere la popolazione colpita dal terremoto: le gesta e l’eroismo dei marinai russi si sono impressi nell’immaginario collettivo dei superstiti e si sono tramandati di generazione in generazione. Ma nel nostro caso è un russo che attese disperatamente i soccorsi. Che purtroppo non arrivarono e solo l’istinto della sopravvivenza gli permise di … Non vogliamo anticiparvi troppo. Diciamo soltanto che il racconto oltre ad essere la cronaca di una tragedia personale, è uno sguardo appassionato sulla città che da bozzetto quasi idilliaco si trasforma, dopo il terremoto, in una sorte di inferno dantesco.

Ma che ci faceva Tchakhotine a Messina nel 1908? Era un giovane studioso di belle promesse(1), appena laureatosi in Zoologia nella prestigiosa università di Heidelberg. Alberico Benedicenti, scienziato italiano, lo aveva notato e lo aveva invitato a proseguire i suoi studi in riva allo Stretto, all’epoca (anche oggi?) vero e proprio paradiso per i biologi marini. Il russo era un patito degli organismi unicellulari e le acque di Scilla e Cariddi ne abbondavano. A Messina Tchakhotine inizia quegli esperimenti che lo porteranno ai vertici della ricerca mondiale nei campi della citologia, grazie anche soprattutto alla conoscenza e alla collaborazione diretta con Ivan Pavlov, le cui teorie sui riflessi condizionati lo guideranno ad intuizioni e scoperte che continuano a meravigliare gli studiosi della cellula vivente (2).

La mente e l’anima di Tchakhotine tuttavia erano incapaci di muoversi per compartimenti stagni e l’impegno per oltrepassare le frontiere nel campo della scienza, si accompagnò sempre a quello di fare altrettanto nel campo della vita sociale e della politica. Tchakhotine fu sempre un spirito da prima linea. Combatté il regime zarista e fu protagonista della Rivoluzione di febbraio del 1917, ricoprendo l’incarico di segretario generale di una grande organizzazione di intellettuali a servizio del Governo provvisorio (il cosiddetto Comitato d’aiuto tecnico militare), nonché quello di segretario del Soviet dei lavoratori intellettuali; più tardi nella guerra civile, inviso ai bolscevichi, fu il creatore e il direttore per il Governo dei Bianchi dell’Osvag, di fatto il primo ministero della propaganda in Europa. Ed è proprio in questo ruolo che Tchakhotine rivela il suo straordinario talento di ideatore e attivista. Comprende che qualsiasi rivoluzione o controrivoluzione si gioca la sua riuscita sul terreno della propaganda: il successo dei bolscevichi di Lenin, all’inizio assolutamente minoritari nella grande marea rivoluzionaria del 1917, ne costituirà prova evidente. Tchakhotine abbandona la Russia bolscevica ma riconosce ai suoi avversari la vittoria storica e con loro riprenderà a collaborare per la costruzione del suo paese. Acquisterà la cittadinanza sovietica già nel 1922 anche se il suo rientro in URSS avverrà solo nel 1957, su esplicita richiesta ed invito dell’Accademia delle Scienze del paese.

Nei lunghi decenni trascorsi all’estero lo ritroviamo soprattutto in Italia, Francia e Germania. Ed in quest’ultimo paese che, nel 1932, ricopre un altro incarico chiave: è il responsabile della propaganda per il Fronte di bronzo, la grande organizzazione di difesa antihitleriana creata allora dal partito socialdemocratico tedesco. Tchkhotine cerca di interpretare i successi di Hitler, e prima ancora quelli di Mussolini, alla luce della teoria dei riflessi condizionati di Pavlov, applicata questa volte alle masse. Capisce che non basta combattere le idee sbagliate con quelle migliori. Il successo di simili dittatori era in larga parte dovuto all’uso spregiudicato dell’arma della propaganda, alla capacità di far leva sui riflessi inconsci della gente. L’uso di queste armi doveva essere conosciuto per non restarne vittima. Tchakhotine organizzò in tal senso la “resistenza” e si profuse nella creazione e diffusione di “armi” di pari livello; agli slogan e alla simbologia nazista, ad esempio, vennero opposti slogan e simbologia contrari. I risultati per qualche tempo arrivarono, le sezioni del partito più popolare in Germania, quello appunto socialdemocratico, si rianimarono; gli attivisti riacquistarono fiducia e convinzione nella propria forza. Ma gli apparati stantii del partito, un tempo rivoluzionario, non compresero e rimasero invischiati in una prassi politica ormai lontanissima dalla realtà. Fu la disfatta del movimento operaio e socialista.

Tchakhotine compendiò questa esperienza in un libro dal titolo inquietante: lo Stupro delle folle attraverso la propaganda politica (3), pubblicato a Parigi nel 1939 e presto fatto sparire dalle librerie dalla polizia francese, ancor prima dell’arrivo dei tedeschi che ne completarono l’opera sequestrandone le copie e distruggendole. Una riedizione, comprensiva dell’esperienza della seconda guerra mondiale e del vasto tentativo di costituire un movimento per la pace tout court, apparve nel 1952. C’è da dire infatti che Tchakhotine, a guerra ancora in corso, progettò iniziative su scala globale per la pace. Fondò in Francia il movimento S.A.I (Science – Action – Liberation) e successivamente le COFORCES, Confederazione francese delle forze culturali economiche e sociali, che sfocerà nel 1949 in un vero e proprio movimento mondiale per la pace.

Tchkhotine si batté per la pace con lo stesso entusiasmo e lo stesso vigore intellettuale con cui si era battuto contro lo zar e contro Hitler. Non è un caso che uno dei suoi motti preferiti fosse: «guerra alla guerra». Moltissimi dei suoi scritti rimangono inediti. Nelle nostre biblioteche è possibile rintracciare la versione italiana dello Stupro delle folle con un titolo con ogni probabilità volutamente dimezzato e normalizzato: Tecnica della propaganda politica (4) - il cui contenuto però rimane intatto. Più di cinquecento pagine in cui è racchiusa la personalità poliedrica di Tchakhotine. Scienziato in primis della vita che gli scorreva accanto e infaticabile costruttore di un mondo libero da qualsiasi tipo di oppressione. A quasi cento anni dal terremoto Messina ha la chance di dargli di nuovo voce.

 

Giuseppe Iannello


* Articolo tratto dalla rivista “Pagnocco” (aprile-maggio, 2006)

 

Note:

(1) Così ce lo descrive Leopoldo Nicotra, allora direttore pro tempore dell’istituto zoologico di Messina: «un giovane russo, distintissimo per ingegno e copiosa dovizie di dottrina svariata, il quale stette lungamente fra noi, attendendo a ricerche fisiologiche piuttosto sopra alcuni molluschi rari». Cfr. Nicotra L. Memorie Messinesi in “Atti della Reale Accademia Peloritana”, Messina, 1915.

(2) Cfr. Posudin Ju. I. Biofizik Sergej Čachotin Kiev, 1995. Disponibile sulla rete anche una versione elettronica completa.

(3) Tchakhotine S. S. Le viol des foules par la propaganda politique Gallimard , Paris, 1939.

(4) Ciacotin S.Tecnica della propaganda politica Sugar Editore, Milano, 1964.